Avere un reddito passivo è il sogno probito di qualunque blogger, sia del possessore di un piccolo blog personale che del pro-blogger che ha investito parecchio nella propria presenza online. Per reddito passivo intendo un concetto molto semplice: lasciare che il blog “lavori da solo”, grazie a pubblicità e affiliazioni varie, mentre noi siamo su una spiaggetta tropicale a sorseggiare mojito.
In realtà questo non accade quasi mai, lasciamo questi slogan alle facce da chiulo incravattate che campeggiano nei blog che ti insegnano a guadagnare con i blog.
ADSENSE E AFFILIAZIONI VALGONO LA PENA?
Solitamente il primo tentativo di guadagno online lo si affida ad Adsense, il network pubblicitario di Google che in pochi secondi consente di piazzare banner o testi pubblicitari sul proprio sito/blog.
Adsense paga per numero di click effettuati sui suoi banner, ma dopo anni di esperienza ormai posso dirvi che usare Adsense ha senso solo se il nostro sito riceve UN MINIMO di 2000 accessi unici al giorno (e anche in questo caso si parla di briciolette).
I corrispettivi pagati da Google sono così bassi che davvero non vale la pena “sporcare” il proprio blog con questi banner per ricevere 2 o 3 euro al mese.
Per le altre affiliazioni invece occorrerà fare un discorso diverso ed entrare nel particolare di ognuna, ma lo faremo in un prossimo post, ora concentriamoci su Amazon.
ECCO PERCHE’ CON AMAZON SI GUADAGNA
Il discorso cambia radicalmente quando parliamo di affiliazioni Amazon: il negozio online più famoso del mondo non paga a click, ma per percentuale sul venduto. Quindi se un utente clicca su un nostro banner o link amazon e acquista un dvd, un router, una lavatrice, noi riceveremo una percentuale su quell’importo.
Ma non solo: se quell’utente, arrivato ad Amazon dal nostro sito, prosegue la sua navigazione all’interno dello store e acquista altri dieci prodotti (non infrequente per i clienti Amazon), voi continuerete a ricevere una percentuale.
E ancora: se l’utente si limita a mettere i prodotti nel carrello e poi li acquista dopo dieci giorni, voi continuerete lo stesso ad avere una percentuale grazie alla vostra affiliazione.
Rispetto alle logiche di click e impressions, questo ribalta la prospettiva ed esalta il marketer che è dentro di noi: non dobbiamo limitarci a portare traffico sul sito, ma dobbiamo spingere il nostro pubblico verso prodotti convincenti e che possano appassionarli realmente. Inutile e controproducente spingere l’utente a uscire dal nostro sito per andare incontro a prodotti che non troverà interessanti, fare gli “strilloni” non paga.
Dieci utenti convinti e soddisfatti pagano più di mille utenti generici ottenuti con richiami non veritieri e “dirottati” con banner intrusivi verso affiliazioni generiche.
Non dico che aprire un’affiliazione con Amazon sia un successo del tipo “mollo tutto e mi metto a fare il blogger”, ma è un’operazione che se condotta con saggezza può dare qualche risultato e ispirazioni di business.
FINALMENTE TI DICO QUANTO SI GUADAGNA CONCRETAMENTE CON AMAZON
Solitamente nessuno mette mai delle cifre e dei dati reali per rivelarti quanto guadagna con Amazon o con altre affiliazioni.
Io non ho di questi problemi: il blog che stai leggendo ora, pur essendo personale e senza velleità di business, a volte fa vendere ad Amazon anche 800 euro di prodotti al giorno. Non tutti i giorni, non è un dato fisso, ma in alcuni giorni sì.
Una caccola per molti, una gratificazione per me che non faccio nulla per coltivare il lato business di questo blog.
A seconda della categoria di prodotto, Amazon corrisponde una percentuale che va dal 5 al 10% sul venduto, che non è male per essere un reddito passivo.
Se ti sembra poco ricordati che questo post non si intitola “la guida definitiva a come guadagnare con un blog” o “trucchi infallibili per guadagnare con Amazon”, ma si limita a darti un resoconto reale di quanto guadagna con le affiliazioni un blog piccolo e amatoriale.
Quali sono i prodotti che piacciono di più ai miei lettori?
Ad esempio il mio amato router Asus DSL-N55U, il non più giovanissimo WD TV
, addirittura “cose strane” come l’iRig
che interfaccia l’iPhone con la chitarra elettrica e dulcis in fundo le cuffiette bluetooth stereo Jabra Clipper
! Tutti prodotti che ho qui, a due metri da me e che ho voluto raccontare.
Alcuni consigli per i blogger
Se si decide di “mettere a sistema” la propria affiliazione (cosa che io non faccio in modo particolare), si possono identificare i prodotti che più piacciono ai nostri utenti, metterli in evidenza, o aprire addirittura un network di blog e micrositi dedicati attivamente alla loro promozione.
Io (ma non solo io) consiglio di evitare i banneroni grafici, che ormai l’utente salta inconsciamente, ma di limitarsi ai link testuali durante il discorso, o come faccio io a link testuali “stilizzati” via CSS in modo da renderli riconoscibili ma non troppo intrusivi.
In giro ci sono ragazzi che con una buona attività di SEO e un pugno di domini efficaci, riescono a fare decine di migliaia di visite al giorno e a guadagnarsi da vivere con il loro reddito passivo da blogger. Non ci vogliono arti magiche ma solo voglia di rimanere aggiornati, un pò di fiuto e una spesa iniziale in campagne pubblicitarie, acquisto domini e tanta costanza nell’analizzare ogni giorno i propri risultati per ottimizzare sempre di più le conversioni.
LA FIDUCIA NEL BLOGGER PAGA
Chi legge i miei post sa che se linko qualche prodotto Amazon, fondamentalmente sto descrivendo un prodotto che ho acquistato, che ho provato e analizzato per il mio uso domestico, e solo alla fine ho deciso di recensirlo. Non per guadagnarci, ma perchè che diamine…sono un blogger ed è mia abitudine raccontare le mie esperienze.
Se parlo di un prodotto di certo non mi risparmio nell’elencarne anche i difetti quando ci sono, quindi tu che mi leggi sai che non stai leggendo recensioni markettare o prezzolate, ma il parere di una persona come te che ha fatto un acquisto e ti dice come è andata. Forse per questo l’utente dopo aver letto un post decide di interessarsi o meno a un prodotto (in realtà l’aveva deciso anche prima di leggermi, semplicemente prima di acquistare cerchiamo sempre conferme).
Creare una community
Alcuni blog e siti di nicchia raggiungono un target preciso di visitatori, che diventano fedeli se si sentono perfettamente in linea con i contenuti del sito. E quando un visitatore diventa un ritornante, ovvero una persona abituata a tornare su quel sito più volte al mese, la fiducia aumenta.
Potrei citare Giallo Zafferano per l’appassionato di cucina e ricette, Vado a vivere da solo per chi torna single a 40 anni, iPhone Italia per i seguaci del melafonino. Questi siti hanno chiaro il profilo dei loro lettori e cercano di entrare nelle loro abitudini in modo da diventare consiglieri di fiducia, per i loro rispettivi ambiti. Più è precisa la corrispondenza tra contenuti e utenti, più conviene mostrare prodotti Amazon selezionati invece che banner pagati per click, specie se i numeri non sono altissimi.
E’ divertente vedere che su Amazon stesso si trovano libri o ebook che spiegano come guadagnare con Amazon (come questo che ha un buon numero di recensioni positive), ma se vorrete davvero mettere a sistema concetti come personal branding, inbound marketing e strategie SEO e SEM, vi converrà prima o poi cercare basi più solide e leggere i libri degli esperti del settore, tanto un ebook ha un prezzo ridicolo e sicuramente vi ripagherà in qualche modo.
Qui sotto vi elenco alcuni titoli di autori credibili, alcuni dei quali sono dei piccoli best seller nel settore del content marketing.
Inbound marketing. Le nuove regole dell’era digitale
Digital Content Marketing: Storytelling, strategia, engagement
Inbound Marketing and SEO: Insights from the SEOmoz Blog by Fishkin (in inglese) Paperback
Se l’argomento vi interessa e pensate che questo post vi sia stato utile ditelo nei commenti, e a questo seguiranno altri post sul tema digital marketing.
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